Si torna a parlare di cedolare secca per i negozi e le ultime novità ci dicono che potrebbe essere dedicata un’aliquota al 15% per i Comuni con meno di 5mila abitanti. Questo intervento avrebbe l’obiettivo di contrastare lo spopolamento dei piccoli centri abitati. Questa ipotesi di introdurre (nuovamente ma con differenze dalla precedente) la cedolare secca sugli immobili commerciali è stata presentata di recente nelle riunioni di Governo.
L’idea – perchè non c’è ancora nulla di certo – prevederebbe per l’affitto degli immobili non residenziali nei Comuni con meno di 5mila abitanti un’aliquota al 15%. Ma ad essere interessati dalla misura non sarebbero solo i negozi, rientrerebbero infatti anche gli uffici (categoria A/10), i laboratori (C/3) e altri fabbricati del gruppo D, come ad esempio gli alberghi (D/2).
Si spera allora che la proposta possa rientrare nella legge di Bilancio 2024.
Gli interessati potrebbero essere le persone fisiche che concedono in locazione un immobile a un inquilino che dovrà essere un imprenditore o un professionista. La cedolare dovrebbe inoltre applicarsi ai contratti stipulati da una certa data in poi.Per un fatto di sostenibilità dei costi non andrebbe ad applicarsi ai contratti già in essere.
Altra novità contenuta nella bozza di testo della Manovra 2024, è la cedolare secca sugli affitti brevi che peserà 5 punti in più per questa tipologia di locazioni. Infatti si passa dal 21 al 26% di tassazione per alcuni immobili locati fino a 30 giorni cioè quelle di durata non superiore a un mese.
Ricordiamo che allo stato attuale, nell’ambito degli affitti a canone concordato, esistono due tipologie di aliquota per la cedolare secca: al 10% e al 21%, ognuna applicabile in presenza di alcuni requisiti, per maggiori informazioni contattami.
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